3 Gennaio 2020,

L’acqua del rubinetto è potabile e sicura?

L'acqua del tuo rubinetto è potabile e sicura, anche se l'utilizzo di un impianto di microfiltrazione ne può migliorare il gusto e renderla anche frizzante

Qual è lo stato di salute dell’acqua del rubinetto?

Secondo due studi dello scorso anno, quasi tutti i campioni d’acqua imbottigliata analizzati sono risultati contaminati da microplastiche, con quantità maggiori rispetto ai campioni di acqua corrente analizzati in varie città del mondo.

L’acqua del rubinetto, invece, in più dell’85% dei casi proviene da acque sotterranee, ben protette, e subisce controlli costanti: sono milioni le analisi effettuate ogni anno, tenendo conto di 50 parametri chimici e microbiologici.

Per il direttore del Reparto di Qualità dell’acqua e salute dell’Istituto Superiore di Sanità, Luca Lucentini, più del 99% delle analisi è conforme e negli altri casi le sostanze riscontrate sono dovute alla composizione naturale del suolo. Nel complesso, salvo i casi locali di falde acquifere contaminate, tutta l’acqua nei Paesi europei è buona e sana.

L’importanza degli impianti di microfiltrazione.

Per dissetarsi tranquillamente al rubinetto di casa bisogna considerare lo stato dell’impianto idraulico dell’edificio, se l’abitazione è vecchia e, soprattutto, situata in centro storico, e se sia necessario intervenire con la manutenzione.

Si possono installare impianti, che non incidono assolutamente sulla qualità dell’acqua, migliorandone principalmente il sapore o la durezza (valore che esprime il contenuto totale di ioni di calcio e magnesio).

L’acqua dura è stata accusata per anni di essere dannosa per la salute, ma molti studi hanno dimostrato non è nociva per l’organismo, anzi, costituirebbe una fonte importante di calcio per l’organismo. Molti sono ormai gli impianti di microfiltrazione che rendono più gradevole al gusto l’acqua del rubinetto, con la possibilità anche di ottenerla gassata.

Possiamo vivere senza bottiglie di plastica d’acqua.

Un altro passo avanti nella promozione dell’acqua corrente è quello fatto dalla Crui (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) che a febbraio ha aderito alla campagna #StopSingleUsePlastic: secondo l’accordo con l’associazione Marevivo e il Conisma (Consorzio nazionale interuniversitario per le scienze), nelle università italiane saranno distribuite borracce di metallo, per incentivare l’installazione di dispenser d’acqua, e macchine del caffè, con la possibilità di selezionare l’opzione “senza bicchiere”.

La strada da fare è lunga, se si guarda all’esempio della città di San Francisco, che ha bandito le bottiglie di plastica nel 2015. Ma oltre a lottare contro la plastica usa e getta – una guerra non più rinviabile – bisogna risolvere il problema dello spreco d’acqua.

In un Paese ricco di risorse idriche come l’Italia, infatti, il Governo dovrebbe investire anche sulle infrastrutture: secondo il Censis circa il 31,9% dell’acqua va sprecato a causa di infrastrutture idriche inefficienti e obsolete, contro il 6,5% della Germania.

Nel contesto dell’emergenza ambientale, dei fabbisogni che cambiano e di una popolazione mondiale in crescita, trattare le risorse in modo efficiente e intelligente è il minimo che possa fare un Paese civile, un bicchiere alla volta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Iscriviti alla nostra newsletter o scegli i modi in cui vorresti ricevere notizie da Puntoacqua.

Iscriviti ora
Puntoacqua Italia srl Piazza Mercatale 102/103, 59100 Prato. P.IVA: 01234100525
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram