Microplastiche e nanoplastiche sono le le principali responsabili dell'inquinamento da plastica. La quantità di plastica presente nei mari, infatti, è diventata un grave rischio per l'ambiente e per l'uomo.
Cosa sono le micropalstiche e nanoplastiche
Le microplastiche e le nanoplastiche sono piccole particelle di plastica che derivano dalla frammentazione di rifiuti di vario tipo. Bottiglie, piatti o bicchieri, flaconi di prodotti cosmetici e in tessuti sintetici: tutti questi oggetti, quando vengono abbandonati nell'ambiente, si frantumano in piccole o piccolissime particelle.
Per essere più precisi, si parla di microplastiche per indicare i frammenti di dimensione compresa tra 0,1 e 5000 micrometri (cioè da 0,001 a 5 millimetri). Si parla di nanoplastiche quando, invece, ci si trova di fronte a frammenti ancora più piccoli, da 0,001 a 0,1 micrometri.
Queste particelle inquinanti sono ormai le principali responsabili dell'inquinamento delle acque. Ogni anno abbandoniamo in mare oltre 8 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Il tempo e l'erosione delle correnti marine fanno sì che le microplastiche in mare si diffondano ed entrino nella catena alimentare. Ricerche scientifiche hanno dimostrato che diverse specie di pesci, tra cui i molluschi e i frutti di mare, presentano tracce di nano e microplastiche al loro interno. (leggi anche Quanta plastica mangiano i pesci?)
Quali sono gli effetti dell’inquinamento dovuto alla plastica?
Gli effetti dell'inquinamento da plastica sono impressionanti. Basta osservare quello che succede negli oceani e nei mari. Bottiglie, buste in plastica e flaconi causano principalmente tre effetti:
- l'erosione, causata dalle correnti e dalla salsedine, provoca il rilascio di nanoplastiche e microplastiche in mare;
- i rifiuti, trascinati dalle correnti e dai fiumi, si raggruppano fino a formare delle vere e proprie isole galleggianti. Le più famose sono la Western e Eastern Garbage Patch che si estendono per 700.000 chilometri quadrati sulla superficie dell’Oceano Pacifico. Altre isole stanno nascendo in altri mari, come nel Mediterraneo.
- le particelle più piccole vengono ingerite dai pesci e rischiano di contaminare l'intera catena alimentare fino ad arrivare sulle nostre tavole. A oggi oltre 700 specie marine sono minacciate dalla plastica (314 solo nel mediterraneo dove si concentra il 7% della microplastica globale).
Secondo le stime fatte dalla Ellen McArthur Foundation, il consumo di plastica da qui al 2050 è destinato ad aumentare e in quella data il peso della plastica negli oceani sarà superiore a quello dei pesci. E' quindi necessario invertire la rotta e ridurre il consumo quotidiano di plastica, per salvaguardare la vita sul pianeta e la salute e il benessere dei suoi abitanti. (leggi anche E' vero che mangiamo plastica?)
Che effetto ha tutto questo sulla nostra alimentazione?
Il 18% delle 314 specie a rischio critico è presente nelle nostre tavole. Parliamo di circa 60 specie: ostriche, cozze, tonni e pesce spada hanno frammenti di micro e nanoplastiche all’interno del loro organismo. Dobbiamo quindi rispettare l’ambiente così che lui possa rispettare noi. Partendo, ovviamente, dalla riduzione di plastiche usa e getta.
Come potresti affrontare, singolarmente, l'aumento di microplastiche e nanoplastiche nel mare?