21 Dicembre 2020,

La Pandemia e il nuovo inquinamento da plastica.

La pandemia ci ha lasciato in eredità un enorme problema dovuto a tutto quell'inquinamento da plastica creato da mascherine e guanti monouso.

Ci eravamo illusi che la pandemia avrebbe aiutato l'ambiente riducendo l'inquinamento. Ma abbiamo dovuto improvvisamente fare i conti con una realtà molto più tragica: quella dei rifiuti.

Ad oggi si parla di indefinite tonnellate di plastica e rifiuti sanitari che sono andati ad invadere non solo i nostri marciapiedi, ma soprattutto i boschi, i fiumi e i mari.

Non parliamo solo di guanti e mascherine, ma anche di tutti quei rifiuti che prima venivano smaltiti o che non venivano neppure consumati.

Come denuncia il reportage di Reuters, Plastic Pandemic - Covid19, trashed the recycling dream, è in atto una vera e propria corsa alla plastica. E lancia un preoccupante allarme: la pandemia si sta rivelando deleteria non solo dal punto di vista sanitario, ma anche dal punto di vista ambientale.

L'aumento della plastica durante pandemia: le cause

Non solo, come abbiamo detto, l'utilizzo di guanti, mascherine e visiere, ma anche la corsa durante il lockdown agli acquisti online, di cibo e merci imballate o imbustate. Il crollo del prezzo del petrolio (principale componente della maggior parte delle plastiche), ha inoltre contribuito all'aumento della plastica usa e getta e dei rifiuti. Se a questo aggiungiamo la poca inclinazione a differenziarli, sia per il complesso sistema di smaltimento di cui alcuni di questi fanno parte, sia anche per la chiusura da parte di diversi comuni dei centri di raccolta, ecco che il quadro diventa più chiaro.

I timori e le speranze

Uno dei timori più grandi è che l'aumento dei rifiuti di plastica possa peggiorare maggiormente una situazione già critica, con enormi conseguenze sul pianeta. Basti pensare che in soli tre mesi Whuan ha dovuto gestire la produzione di 240 tonnellate di rifiuti sanitari: una quantità sestuplicata rispetto a prima della pandemia.

Sono cifre terrificanti che ci obbligano a cercare un rimedio prima che sia troppo tardi. Già da ora, però, possiamo fare qualcosa per cambiare rotta. Possiamo ridurre fin da subito nel nostro quotidiano l'utilizzo di tutto quel superfluo materiale plastico che utilizziamo quotidianamente e di cui esistono alternative.

Pensiamo ad esempio a quanti sacchetti, imballaggi o bottiglie utilizziamo e gettiamo nella spazzatura. Oggetti a cui non abbiamo fatto neanche in tempo a dare un'anima e giá lo abbiamo gettato via.

Kristin Hughes, membro del World Economic Forum ha commentato: se continuiamo così, ci aspetta un futuro in cui negli oceani ci sarà più plastica che pesci.

A noi la scelta.

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