2 Gennaio 2020,

Plastic Free: cosa siamo veramente disposti a fare?

Cosa siete veramente disposti a fare per diminuire in modo concreto l'utilizzo della plastica usa e getta? Ormai tutto il mondo si sta muovendo

No alla plastica usa e getta e agli imballaggi in plastica. La crociata Plastic Free si è diffusa sui social a colpi di selfie e sorrisi, a favore di acquisti senza imballaggio. La voglia dell’apparire però, in questo caso, si affianca ad una maggiore coscienza ecologica. Tutti ci ripromettiamo di fare uno shopping plastic free, ma l’impresa è ardua.

Tutto è confezionato con plastica: shampoo, sapone, detergenti, detersivi, dischetti struccanti, dentifricio, mentre i contenitori di frutta, carne, pesce, formaggio sono in polistirolo.
Ma c’è chi ha effettuato il Boycott plastic for one week, un movimento che è rimbalzato online dall’estero. Proprio come è accaduto tempo fa con “Trash Challenge”, che invitava gli adolescenti di tutto il mondo a scegliere un luogo sporco e a ripulirlo dai rifiuti.

Il filantropo/ambientalista Amedeo Clavarino, proprietario dell’ecoresort “Maloja Palace” in Engadina, per esempio, utilizza solo acqua microfiltrata, utilizzando quella che viene erogata dal rubinetto. In una recente intervista, ha spiegato che il calore del sole può alterare il contenitore in Pet (ovvero la bottiglia di plastica) e potenzialmente contaminare l’acqua. (Per approfondire leggi "Quanti tipi di plastiche esistono")

L’anno scorso, infatti, la Corte di Cassazione ha condannato un commerciante, che aveva accatastato confezioni di acqua minerale all’esterno di un deposito in Sicilia, nel periodo estivo, in pieno giorno. A seguito di questa decisione, i NAS hanno effettuato centinaia di sequestri di bottiglie lasciate al sole.

Sono ormai molte le aziende, in Italia e non solo, che hanno investito in packaging ecosostenibili e biocompostabili, o che per stampare utilizzano solo vernici con solventi ad acqua. Molti locali stanno servendo cocktail senza cannucce di plastica. Inoltre, chi si occupa di eventi e catering, inizia ad utilizzare solo stoviglie biodegradabili.

La coscienza green si muove ogni dove, aumenta, si moltiplica, ed ha investito anche il mondo dell’arte: oggi fotografi ed artisti denunciano a più riprese lo scempio creato dall’uomo e dal suo uso sconsiderato delle plastiche usa e getta.

L’ecotassa sulle plastiche, allora, è giusta? I Governi dovrebbero invece partire dalle scuole, sensibilizzare gli studenti al problema dell’inquinamento da plastica, che è un materiale utile ma che non va abusato. Che si deve smaltire nel modo corretto, ma che non sempre è purtroppo riciclabile: quindi, laddove si può, meglio preferire altri prodotti.

Adesso un’ultima domanda: che cosa siamo disposti a fare, ognuno di noi, per ridurre l’uso “infestante” e devastante della plastica? Noi, con i nostri impianti di microfiltrazione, siamo sicuri di essere sulla strada giusta ?

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