Il movimento Plastic Free, che punta a diminuire fortemente l’utilizzo della plastica, soprattutto usa e getta, diventa sempre più importante e non possiamo che esserne contenti.
Ma se vogliamo veramente diminuire l’utilizzo di questo materiale, dovremmo anche conoscere la sua distribuzione, ed i pericoli che crea.
Tonnellate di plastica

Secondo i dati del WWF la produzione mondiale di plastica è passata dai 15 milioni di tonnellate degli anni '60 ai 320 milioni attuali. Ogni anno almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani del mondo e, ad oggi, si stima che via siano più di 150 milioni di tonnellate di plastica negli oceani: si parla, in questo caso, non di pezzi di plastica veri e propri, ma delle famose microplastiche.
Se non riusciremo ad invertire la tendenza, nel 2025 gli oceani potranno avere una tonnellata di plastica per ogni 3 tonnellate di pesce, mentre nel 2050 avremo, in peso, secondo i dati della Ellen Macarthur Foundation, più plastica che pesci.
La plastica si trova ormai ovunque, addirittura nelle fosse oceaniche e nei ghiacciai, e non è un caso che gli studiosi abbiano definito un nuovo periodo geologico: l’Antropocene, considerando che la plastica è presente nelle stratificazioni geologiche.
La plastica quindi potrebbe raggiungere i 34 miliardi di tonnellate nel 2050, di cui almeno 12 tonnellate costituirebbero rifiuti sparsi in tutti gli ambienti. La plastica costituisce il terzo materiale umano più diffuso sulla terra dopo l’acciaio e il cemento, ma, mentre questi vengono utilizzati per durare decenni, la plastica dura solo per pochi anni o meno.
(Chi di voi utilizza le cannucce per i cocktail più di una volta?)
Il problema è più vicino di quanto si pensi

Purtroppo anche il Mediterraneo sta diventando pieno di plastica (come ricorda uno studio apparso su Nature Scientific Reports). Si stima che un chilometro quadrato nei mari italiani contenga, in superficie, fino a dieci chilogrammi di plastica, in particolare nel Tirreno settentrionale. Mentre, attorno alla Sardegna, la Sicilia e le coste pugliesi si stimano almeno due chilogrammi.
Si tratta di valori simili a quelli della famosa isola di plastica presente nel Pacifico settentrionale, dove in un’area di circa un milione di chilometri quadrati la densità delle microplastiche è di circa 335.000 ogni chilometro quadrato. È bene quindi conoscere a fondo il problema, perché solo così potremmo giungere ad una soluzione che possa rendere più pulito l’intero pianeta.
Siamo finalmente pronti a cambiare?
Ma come ci arriva nei mari?È in forma di microplastiche?
Ciao Maria Pia, le plastiche, nei mari, arrivano in vari modi, sia tramite i fiumi che direttamente dalle nostre spiagge. Nei mari e negli oceani non troveremo in grossi pezzi di plastica, ma, come dici tu, ma in piccoli pezzi, le pericolose "microplastiche".
Perché non abbiamo una politica seria e metà di quella raccolta con la differenziata viene venduta a paesi asiatici (abbiamo fatto la differenziata ma non gli impianti per riciclarla). Questi riciclano quella che gli serve e il resto lo buttano in mare.
Ciao Enrico, hai ragione, ma una soluzione potrebbe anche essere quella di utilizzarne meno, partendo dalle bottiglie: che senso ha acquistare l'acqua in bottiglia quando quella dell'acquedotto è più controllata? ?